| Hellas Verona, l’uomo dei sogni
Il Verona messo in vendita. Voci che si accavallano. Tra smentite e delusioni. Tifosi in preda al disincanto. Una telenovela senza fine. Inutile cercare di questi tempi un uomo dei sogni. Sul mercato non esiste nulla di simile.
L’Hellas Verona è in vendita. E questo non è certo un mistero, visto lo stato comatoso in cui il club versa da tempo. Sia sotto il profilo tecnico che finanziario.
Su hellasverona.it, il sito ufficiale della società scaligera, appare un comunicato ufficiale che vorrebbe fare chiarezza sullo stato dell’arte in merito alla cessione del club gialloblù. Ma che, in concreto, non pare riuscire nell’intento. Basta leggerlo per capire che la confusione regna sovrana in Corte Pancaldo. E che il presidente Arvedi un giorno fa un passo avanti e, il giorno dopo, due passi indietro.
Secondo voci di corridoio, più o meno accreditate, l’Hellas sarebbe nel mirino di una giungla variegata di compratori. Un elenco che si allunga di giorno in giorno. E che tiene sulla corda i tifosi scaligeri. Che ormai parlano, con sottile e amara ironia, di Telenov-hellas.
Alcuni confermano l’interessamento. Tra questi Paolo Carino della Community Center, che addirittura avrebbe dichiarato di aver già proceduto all’acquisto per conto di quattro cordate (due trentine, una lombarda e una meridionale) assai composite.
Tutti gli altri smentiscono o, comunque, nicchiano. Tra questi si annoverano, in ordine sparso: il Gruppo Immobiliare «Lancini & Lancini» (che opera in provincia di Brescia e nel veronese), il Gruppo Arcese, il gruppo Percassi (che fa capo ad Antonio Percassi, ex presidente dell'Atalanta dal 1990 al 1994 ed ex giocatore della squadra bergamasca negli anni '70), un anonimo gruppo lombardo con interessi nella tv satellitare (legato forse anche a Fedele Confalonieri e che trasmetterebbe, pensate un po', in Spagna e in Africa settentrionale), una cordata lumezzanese (capitanata dall'ex presidente rossoblu Aldo Bonomi) e, infine, Leonardo Peschiera (ex presidente della Sirmionese e titolare della Break’s beer).
Continua dunque a essere opaco il cielo, sopra Verona. Navigare attraverso i siti dei tifosi scaligeri significa confrontarsi con uno scoramento che non sembra ancora aver toccato il fondo. Un atteggiamento mentale che spiega, meglio di qualsiasi elucubrazione scritta, la deriva in cui è stato cacciato il glorioso Hellas.
Chi ha a cuore le sorti del Verona è in preda a un panico del tutto giustificato. Il torneo di C1 è ormai giunto ad oltre un terzo del suo cammino, ma il club scaligero è ancora alla ricerca di un’identità che sembra avere (definitivamente?) smarrito. Né si intravede, in fondo al tunnel, chi abbia il carisma necessario per condurlo di nuovo a vedere la luce.
Il sindaco Tosi cerca di dar vita a un movimentismo che, finora, non è approdato a nessun risultato concreto. Eppure dovrebbe essere il primo cittadino, istituzionalmente, il tutore della squadra che porta i colori della sua città. Ma anche la deriva politica in cui è precipitata l’Italia non è un’invenzione dei giornali. E, verisimilmente, il buon Tosi ha ben altre gatte da pelare.
In questo scenario, l’imprenditoria veronese resta sullo sfondo. Assiste alla telenovela con il disinteresse e con il disincanto che ormai permeano un paese nel quale lo spazio per gli ideali è di fatto sostituito dagli interessi di bottega.
La parabola dell’Hellas è il segno tangibile di un’Italia che viene fatta viaggiare in curva da quanti la governano (o, meglio, credono di farlo) da parecchi lustri, a livello sia centrale che periferico. Che non ce la fa più a innestare le marce alte. Nè, tanto meno, a riprendere l’abbrivo. Ormai divenuta arida e priva di scatti di fantasia.
Inutile arrabattarsi. L’uomo dei sogni, quello che aspettano disperatamente i tifosi dell’Hellas e non solo, non abita più qui da tempo. Bisogna arrangiarsi con quello che c’è. Ed è davvero ben poca cosa.
FONTE: calciopress,net
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