CREMONESE!

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Azzurrostellata
view post Posted on 25/1/2008, 10:35     +1   -1




CITAZIONE (Figa e Cremo @ 20/1/2008, 20:20)
non ce la fo proprio.. :( CA..O!!!!!!!!!!!!!!!! :cry:

:cry: :cry: :cry: :cry: :cry:
 
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DeepBlueDeath
view post Posted on 25/1/2008, 18:43     +1   -1




dobbiamo vincere amico :P
 
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Figa e Cremo
view post Posted on 25/1/2008, 19:34     +1   -1




ah ok Deep :P

..dai "stella"..non fà cusè :(
.. mi spiace davvero 1 sacco... :cry:
 
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Espressione92
view post Posted on 26/1/2008, 02:33     +1   -1




CITAZIONE (Figa e Cremo @ 25/1/2008, 19:34)
ah ok Deep :P

..dai "stella"..non fà cusè :(
.. mi spiace davvero 1 sacco... :cry:

canteremo anche per te ;) !
ciao :D
 
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Figa e Cremo
view post Posted on 18/4/2008, 11:25     +1   -1




Per infarto, di prima mattina,non è più tra noi - e pare impossibile - uno storico personaggio, Erminio Favalli!
Come giocatore e come direttore sportivo ha segnato la storia della Cremonese: lo ricordiamo con profondo cordoglio


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Si è spento nelle prime ore del mattino di venerdì 18, stroncato da un infarto fulminante Erminio Favalli che in passato aveva già avuto qualche avvertimento in questa direzione, superato con tranquillità. Un grande lutto per la Cremonese e per tutti noi che gli siamo stati amici fraterni fin dagli esordi come calciatore.Dici Erminio Favalli e dici infatti Cremonese, Raramente un personaggio del mondo del calcio ha raggiunto un livello di identificazione e di appartenenza come è successo a Favalli con la Cremonese. Per anni, Erminio è stato non solo un dirigente ma un simbolo della Cremonese "pane e salame" che ha fatto storia.

In proposito va ricordato che era nato a Cremona il 29 gennaio 1944. Ala tornante. Erminio è stato anche un giovane fuoriclasse capace di incendiare la folla dello "Zitti". Una vita intera tutta in grigiorosso. Il giovane Erminio inizia la sua parabola all'oratorio di San Bernardo (vera fucina di campioni) ma a 8 anni già respira grigiorosso: pulisce le scarpe ai giocatori e diventa il pupillo del magazziniere (il mitico "Bay"). Poi passa sugli spalti, a vendere gelati. Il suo destino, però, è in campo. La Crermonese lo ingaggia a soli 16 anni fa l'esordio in serie C, convocato da mister Giacomo Mari per Cremonese-Casale. Con la Cremonese Erminio gioca dal 1960 al 1964 denotando corsa e visione di gioco, il che richiama l'attenzione di Helenio Herrera.

Il passaggio all'Inter, non subito fortunato
Si trasferisce all’Inter nell’estate del 1964 e dai nerazzurri è ceduto al Foggia.L'anno in nerazzurro non è stato fortunato: l'inter vince scudetto e Coppa dei Campioni, ma Favalli non gioca neppure un minuto. Il 10 giugno del 1965 il fato si porta via Armanno Favalli,fratello di Erminio e come lui calciatore di belle speranze (giocava nel Foggia dopo aver iniziato nella Cremonese). Per Erminio è un colpo durissimo, ma la sua carriera cambia. Il presidente del Foggia lo vuole infatti in rossonero e qui Favalli trova la sua consacrazione. Nell'estate dell'1966 lo ingaggia la Juventus di Heriberto Herrera, il tecnico del "movimiento". E' una Juve operaia, ma vince lo scudetto e proprio Favalli segna il gol dcisivo all'inter nello scontro diretto. L'anno successivo è protagonista di una clamorosa zuffa con Sivori che subisce una pesante squalifica e per questo lascia definitivamente l'Italia.

In bianconero si ferma per quattro anni e colleziona 85 presenze (60 in campionato, 14 in Coppa Italia e 11 nelle competizioni europee) e 5 reti (2 in campionato e 3 nelle Coppe europee). Favalli è un giocatore impastato di estro e non privo di tecnica veloce, cioè istintiva. Dice Heriberto Herrera che è tutto forza e poco calcolo, che è una forza della natura. Erminio piace e l’allenatore bianconero è convinto che sia degno della Juventus, che abbia tutti i numeri per sfondare e che sia solido come una quercia, non rifuggendo dalle mischie, senza sapere cosa sia la paura. In un calcio intessuto di vittime, di eroi incompresi, di divi in poltrona, Erminio Favalli non vuol fare mai la vittima. non si lamenta mai, accetta il suo destino.

«Pian piano, io non ho fretta. Da Foggia a Torino il passo è lungo. Come per un cantante andare alla “Scala”. E perciò calma fratelli, chi ha molta fiducia in me non avrà da pentirsi».
Esordisce alla grande: Bergamo, campo ostico capitola senza discussioni; è un 2 a 0 siglato da Leoncini e Cinesinho, ma Favalli c’è ed il suo gioco trova consensi anche presso spettatori neutrali. Ai tifosi non parliamone, l’incedere sgusciante ancorché sghembo di “Favallino”, calzettoni srotolati e capelli arruffati, fa venire in mente il grande Omar. È solamente un impressione, Favalli è tutto meno che un fuoriclasse ed anche il suo gioco non ha nulla in comune con quello di Sivori, ma è motivo di più per apprezzare uno che già merita elogi per il suo continuo sfacchinare. Juventus batte il Lecco e la Fiorentina, segnano Depaoli, Menichelli, anche “Billy” Salvadore ci mette lo zampino; Favalli no, la sua mole di lavoro meriterebbe qualche segnatura, non è ancora l’ora di scoprirsi cannoniere. Intanto, Favalli inanella prestazioni validissime una sull’altra, anche con gli ex compagni del Foggia è tra i migliori. Non che il suo gioco sia molto appariscente, ma perlomeno una cosa tutti la capiscono vedendolo; con lui la Juventus ha trovato un uomo importante, un professionista modesto e coscienzioso.
Anche un ragazzo sensibile come pochi. Si gioca a Torino Juventus-Cagliari, Reginato portiere imbattuto da un sacco di minuti para tutto ma non può fare l’impossibile; quando, finalmente, capitola su bordata irresistibile di Depaoli, è lui, Favalli, che corre a consolarlo, mentre i compagni esultano per il successo.

Un episodio poco noto: consolò il portiere avversario battuto
Passa una domenica ed ecco che arriva il 20 novembre, una delle due date fondamentali per “Favallino” in bianconero. Al “San Paolo” di Napoli si gioca in un incredibile pantano ed il Napoli arremba contro una Juventus arricciata a guardia della porta di Anzolin. Primo tempo 0 a 0; va benissimo per i bianconeri, che giustamente temono la squadra partenopea, dove manca Sivori ma c’è Altafini a suo agio sul gran fango. Ripresa sullo stesso tono, ma, a una manciata di minuti dalla fine, Bercellino vince un contrasto difensivo e rinvia forte, Favalli velocissimo agguanta il pallone nella sua metà campo e fila via, imprendibile, guizzando tra Micelli, Ronzon ed Emoli, velocissimo. Bandoni esce alla disperata ma nulla può contro la conclusione ravvicinata dello scatenato “Favallino”. È il goal che sigla una clamorosa vittoria ed anticipa il trionfo finale: il Napoli non perderà più sul terreno amico, anche l’Inter dovrà accontentarsi del pari.
Ma la strada è ancora lunga e Favalli, che pure corre sempre come in inizio di stagione, riceve talvolta qualche turno di riposo; anche Zigoni è bravo e, per di più, segna più spesso. Così, da gennaio ad aprile, vediamo una Juventus sempre alla rincorsa dei nerazzurri milanesi, ma senza “Favallino”, che fa silenziosamente anticamera. Una rincorsa che ha momenti infelici, vedi lo 0 a 2 di Bologna o l’1 a 3 di “San Siro” contro il Milan, ma che prosegue disperatamente, in vista dello scontro diretto del “Comunale”, il 7 maggio. E qui “Favallino” sembra davvero l’uomo del destino: rientra con compiti di raccordo, deve tenere a bada Facchetti quando il terzino nerazzurro si spinge avanti. Ma a un quarto d’ora dalla fine, la svolta che risolve il campionato è lui a darla, risolvendo con tempismo e precisione una mischia davanti alla porta nerazzurra. Juventus batte Inter 1 a 0, ora i bianconeri sono sotto di soli due punti, ma sanno che possono farcela. E ce la faranno; Favalli contribuisce ancora in maniera determinante al pareggio di Mantova ed ai successivi su Vicenza e Lazio, commovente per impegno e generosità il suo secondo tempo contro i biancazzurri. Ma è chiaro che il Favalli che tutti ricordano è quello del goal-scudetto contro l’Inter. Quindici volte presente, merita senza discussioni la conferma e poi si annuncia una stagione densa di impegni, alcuni prestigiosi.
«Hanno scritto che Favalli non è un giocatore da Juventus», racconta dopo lo scudetto, «ma non mi sono dato rassegnato. Negli allenamenti ce l’ho sempre messa tutta, dicendomi che se ne sarebbero accorti che sono forte e che non mi stanco mai. Se ne accorse Heriberto che mi fece giocare contro l’Inter, con il compito di marcare Facchetti e segnai pure il goal della vittoria. Da quel giorno, la mia vita è cambiata, sono diventato un attaccante di quelli che corrono per tutti; devo ammettere che in questo ruolo mi ci trovo molto bene e che in questa maglia bianconera c’entro fino al collo e non me ne separo mai, nemmeno alla notte. I pochi sogni che faccio mi vedo in campo che corro a dare una mano a tutti, perché questo è il mio compito e non c’è fortuna oggi nel calcio, per chi non corre per novanta minuti».
Nella stagione successiva, la concorrenza per la maglia numero sette si è fatta più numerosa; è arrivato Simoni, che sembra venire da un altro pianeta tanto è paradisiaco ed inattaccabile dall’affanno e le prime partite sono tutte per lui.
Ma a Milano con i rossoneri si torna ad avere bisogno di Favalli e la scelta si rivela subito azzeccata.

La più bella partita in maglia bianconera
Contro la Roma, la domenica successiva, “Favallino” disputa forse la sua più bella partita in maglia bianconera, ma la sfortuna si accanisce contro la squadra, che gioca ma non segna e per di più becca un goal di contropiede, su azione tutta di Capello. La classifica è meno brillante dell’anno prima, ma ci sono in compenso le soddisfazioni di una Coppa Campioni in cui Favalli gioca poco, chiuso com’è dallo straniero acquistato apposta per il torneo europeo, Magnusson, ma quando c’è si fa sentire, come a Braunshweig, dove è tra i migliori in senso assoluto.
In campionato le presenze sono leggermente meno dell’anno prima, dodici e nessuna rete all’attivo, ma la sua stagione è stata comunque positiva. Erminio ha trovato un posto tra i tifosi, che nel 1968-69 avrà ben più occasioni di applaudirlo. Ventitre volte sarà presente Favalli nell’anno della transizione, in una Juventus che ha il funambolico Haller, il più guaglione dei vichinghi, ed Anastasi centravanti della nuova frontiera. Sarà un anno di malumori tecnici, condito da qualche consolante successo di prestigio, come quello di “San Siro” a spese dell’Inter: qui Favalli interpreta il solito ruolo di anti Facchetti ed intanto costruisce una prestazione eccezionale sul piano dinamico. Ma il tempo vola, la Juventus, che è stata a lungo “heribertiana” e per pochissimo “carnigliana”, è ora affidata a Rabitti, ci sono le premesse per fare bene subito e benissimo di lì a poco.
Il 1969-70 è per Favalli l’anno del canto del cigno, in bianconero, almeno, e le sue dieci presenze dicono poco. Resta l’amarezza di una infelice conclusione, espulso allo stadio “Olimpico”, nell’incontro che estromette definitivamente i bianconeri dallo scudetto.
Favalli detto “Favallino” è tutto qui, per il tifoso bianconero; quattro campionati illuminati da due soli goals. Ma uno è grande come uno scudetto.

La moderazione , la capacità di legare piuttosto che di dividere, il suo buon senso paesano accompagnato da una serie di massime e battute ironiche che hanno sempre come scopo la conciliaziazione sono il suo tratto caratteristico.

Dirigente con la forza della moderazione e del buon senso
Finito con la Juventus, Favalli si sposta al Palermo dove vive lunghe stagioni felici come giocatore prima e come dirigente poi. Ed è proprio in questa veste che Favalli ritorna nel 1982 a Cremona. E nella Cremonese di Luzzara Erminio si inserisce alla perfezione. Il suo stile schietto e alla mano (furbissimno, infarcisce i suoi discorsi di piccole parabole e storielle ma sa sempre bellissimo quello che vuole dire) lo aiutano a costruire un clima famigliare che permette ai giocatori di esaltarsi e rendere al meglio. Sono gli anni della serie A, anni di soddisfazioni e successi. Sotto la sua guida la Cremonese è salita dalla serie C alla A e ha vinto il torneo anglo-italiano nel 1993, nei mitici primi Anni 90 targati Simoni. Purtroppo, nella seconda metà degli anni novanta le cose cominciano ad andare meno bene, i soldi scarseggiano e la squadra affonda di categoria in categoria fino alla C2. Erminio però non abbandona la barca e nel 2001è uno dei principali artefici del miracoloso salvataggio in extremis dal fallimento. Nel 2002 il temporaneo distacco.

48 anni di amicizia, tu per me sei sempre qui
Dopo una breve parentesi al Pizzighettone, quando la accoppiata Rispoli - Triboldi massacra lo stemmone grigiorosso ed elimina chi ha amato i colori grigiorossi, torna nella Cremonese della rinascita con Giovanni Arvedi del quale diventa il più assiduo e considerato scudiero. Capèace ancora una volta di limare i contrasti, di tenere a bade intemperanze, di portare al grande traguardo che la Cremonese rafforzerà certamente a Foligno. In suo nome e per lui, come ulteriore motivo per combattere.

Combatterà la Cremonese per te e per noi, Caro Erminio, che ti abbiamo avuto nel cuore dal 1960, dividendo insieme le gioie che anche noi momenti più difficili con te non sono mai diventate amarezze. Perchè ci sono uomini solidi che danno sempre fiucia nel domani. Tu eri uno di questi e noi abbiamo avuto avuto la fortuna di averti per amico. Cosa possiamo chiedere di più. Così possiamo rasserenarci in questo momento di dolore? Per noi, tu sei qui.


da: vascellocr.it

Edited by Figa e Cremo - 18/4/2008, 13:11
 
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DeepBlueDeath
view post Posted on 18/4/2008, 18:42     +1   -1




te l'ho già scritto da un altra parte, condoglianze a voi tutti cremonesi
 
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pinop
view post Posted on 19/4/2008, 14:21     +1   -1




Condoglianze a tutti i Cremonesi!!!
 
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Espressione92
view post Posted on 19/4/2008, 14:30     +1   -1




CONDOGLIANZE!
 
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kikketto b.s.c.
view post Posted on 19/4/2008, 15:44     +1   -1




che la terra ti sia lieve
grande erminio
 
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Figa e Cremo
view post Posted on 14/6/2008, 18:58     +1   -1




L'atto finale di una decisione in qualche modo ormai attesa dopo l'esito della finale con il Cittadella
Il Cavaliere lascia!
Gli subentrerà Domenico Calzaferri
Giovanni Arvedi, un animo alla De Coubertin, si ritira perchè non si riconosce in un tipo di calcio che nel finale di stagione gli ha dato molte amarezze - Ma non abbandonerà la gloriosa USC in mezzo al fiume in piena - Sarà dato un appoggio finanziario dalle sue aziende per consentirle di continuare con dignità
C'è già un nome per la Cremonese del futuro. E' un nome, come abbiamo scritto ieri senza rivelarne l'identità, già ben noto nel mondo sportivo cremonese, quello di Domenico Calzaferri. Era già apparso in corsa per comperare la società grigiorossa prima di Giovanni Arvedi ed ora è tornato prepotentemente alla ribalta.


Fino a questo sabato mattina, Domenico Calzaferri era un' illazione. Esce da una rosa di nomi. Ma nel corso di una giornata che immaginiamo frenetica le cose sono andate nella sua direzione, ovvero verso Clusone e adesso si può affermare che la trattativa è in corso e che probabilmente andrà avanti spedita con l'artefice della rinascita grigiorossa, il cavalier Giovanni Arvedi.
Dunque Arvedi lascia (o quasi). E per quali ragioni lascia? Per motivazioni etico morali. Non vuol frequentare ancora il mondo del calcio dopo la partita di domenica e qualche episodio che l'ha preceduta, sottolineato ampiamente dalla stampa che ha rilevato una marea di errori arbitrali soprattutoi nel finale di campionato.


Arvedi , che pur da questa stagione ha ricavato profonde soddisfazioni, non si riconosce in un Barnum con tutti gli addentellati del calcio professionistico. e spettaclo. La sua concezioen dello sport è d'antan, possiamo dire alla De Coubertin. Ma i tempi del fondatore delle Olimpiadi non sono più questi e Arvedi se ne distacca.
Con quali modalità ? Crediamo di pot er dire, conoscendo bene e personalmente il cavaliere, che non è uomo da lasciare chichessia nei pasticci. Figuriamoci una società gloriosa come quella grigiorossa.


Direttamente, almeno per qualche anno (tra due o tre si vedrà), non se ne occuperà più. La formula per non lasciare la complessa organizzazione in mezzo al fiume in piena dovrebbe essere un appoggio finanziario dall'esterno garantito dalle sue aziende.
Arvedi dunque non si vedrà più allo stadio, per qualche stagione, almeno. Sarà Domenico Calzaferri al suo posto.
Ci sarà certamente un comunicato ufficiale alla completa formalizzazione della iniziativa che potrebbe avvenire, dopo una domenica di ulteriore riflessione, lunedì o martedì.

fonte: vascellocr.it

Edited by Figa e Cremo - 14/6/2008, 20:17
 
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Figa e Cremo
view post Posted on 17/6/2008, 18:35     +1   -1




La situazione della Cremonese alla sua più felice definizione
Giovanni Arvedi: continuo e non abbandono il progetto iniziale!
Cesare Fogliazza alla vice presidenza



Ecco la lettera del Presidente dell’U.S. Cremonese, Cav. Giovanni Arvedi che pone fine alla preoccupazione di questi giorni dopo il periodo di pausa e riflessione preso all'indomani della mancata promozione in serie B.

"Brucia? Sì, bruciano ancora il mancato raggiungimento della SERIE B e particolarmente i fatti di contorno che mi hanno angustiato. Veramente inaccettabili. Se si ripeteranno non porgerò l’altra guancia.
In questi ultimi giorni mi sono accorto, me lo hanno dimostrato in diversi modi e forme, dell’affetto e della simpatia dei tifosi e, d’altro canto, del loro sconforto per la mia decisione di abbandonare il mondo del calcio che, posso assicurarvi, era tutt’altro che immotivata.
Quindi ho ripescato nella cenere il mio entusiasmo e ho scelto di continuare la mia avventura calcistica. Non abbandono il mio progetto iniziale che spero di portare avanti con Voi per accrescere di Cremona l’immagine, di città saggia, operosa e civile, augurando alla Società e a tutti Voi miglior fortuna.
L’ultima partita, nonostante il finale, è stato un bello spettacolo con la partecipazione appassionata e nello stesso tempo civile dei tifosi.
Confido che si crei allo stadio un clima che consenta alle famiglie di assistere allo spettacolo per amore dei nostri colori e per divertimento sportivo.
Vi devo dire che domenica 8/6 ho ricevuto da Massimo Fortuna, che guida i tifosi della curva Sud, una telefonata che mi ha scosso.”Presidente, non abbiamo reagito perché abbiamo pensato a Lei e alla Società”.

Non potevo ricevere una telefonata più gradita, che ho apprezzato ed ha accresciuto il rispetto per queste persone semplici ma di cuore generoso.
Tutti i componenti della Società U.S. Cremonese hanno fatto del loro meglio e, dopo un anno di lavoro impegnativo sotto tanti aspetti, è stato difficile rilanciare l’entusiasmo e lo spirito di squadra mortificato da fatti sconcertanti e reiterate ingiustizie: Cremona non lo merita.
Vi ringrazio per le manifestazioni di stima che avete cortesemente espresso nei confronti della Società, della squadra e del mio lavoro.
Ringrazio il Sig.Cesare Fogliazza che con spirito sportivo e grande sensibilità, malgrado i suoi molteplici impegni, ha dato la sua disponibilità per assumere la carica di Vice Presidente della USC.
Un sincero e cordiale saluto a tutti".


solita fonte.. ora sto 1po meglio... :D
 
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Espressione92
view post Posted on 17/6/2008, 22:56     +1   -1




dai che gli "euri" non vi mancano....
... :D :D :D
 
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Figa e Cremo
view post Posted on 18/6/2008, 11:01     +1   -1




CITAZIONE (Espressione92 @ 17/6/2008, 23:56)
dai che gli "euri" non vi mancano....
... :D :D :D

:P speriamo bene...

Edited by Figa e Cremo - 18/6/2008, 12:51
 
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Figa e Cremo
view post Posted on 18/6/2008, 12:11     +1   -1




Da "La Provincia" dCremona..
18/6/2008

Simoni direttore tecnico?
Gigi Simoni e la Cremonese sono vicini. Un primo contatto tra l’ex allenatore di Cremonese e Inter e Arvedi c’è stato. Simoni non conferma, non si sbilancia, ma ci tiene a precisare che lui un ruolo nella Cremonese è pronto ad assumerlo. Per il momento si parla di consulenza esterna ma Simoni sarebbe pronto a venire aCremona quantomeno per fare quello che lo ha reso famoso sia in Italia che all’estero. Insomma va bene un ruolo tecnico, non amministrativo. Accetterebbe il ruolo di direttore sportivo alla Cremonese? «Come direttore sportivo no, nel senso che io ho determinate caratteristiche e vorrei scegliere una cosa che mi compete. Dovessero dirmi di andare in una squadra in serie A lo farei, in C sono pronto solo per la Cremonese per una questione umana e poi tecnica. Se interesso per le mie capacità, io alla Cremonese potrei dare disponibilità». Quale sarebbe il ruolo del quale parla? «Allenatorenon direi,non posso stare ancora tre ore al giorno su un campo, però si deve parlare di ruolo tecnico, non amministrativo. Poi ci sono mille forme di impiego». Lei e Arvedi vi siete sentiti? «Mi è giunta qualche voce, manca una proposta da valutare». Proseguirebbe il ruolo che l’anno scorso teneva il suo amico Erminio Favalli? «Qua è meglio spiegarsi. Io prenderei volentieri il ruolo di direttore tecnico perchè non sono un direttore sportivo.ALucca avevo quel ruolo, ho portato in panchina Pea, preso dalle giovanili dell’Inter, l’ho portato con me in Bulgaria al Cska, poi all’Ancona, al Siena, al Napoli e oggi è diventato un buon allenatoreed ha appena vinto lo scudetto con laPrimavera della Sampdoria. Ecco, ho cresciuto questo ragazzo che non ha mai giocato a calcio ed oggi è un bravo professionista. Questo ruolo mi piacerebbe: vedere come lavora la squadra, valutare con il tecnico, ecc. Ma non fatemi contrattare gli acquisti o le cessioni». Insomma lei e Venturato potreste formare una buona coppia? «Venturato è un tecnico preparato e giovane. Questa sarebbe la situazione ideale». Una proposta in questo senso dovrebbe arrivargli nei prossimi giorni. (i.g.)"
 
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28 replies since 30/12/2007, 17:48   474 views
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