| Macalli e lo spezzatino della C1
La Lega di Firenze sceglie anche per la serie C lo spezzatino. Anticipare una partita alle 12,10 per trasmetterla in una diretta tv riservata a pochi intimi rappresenta una scelta sbagliata. Eppure tutti la incassano senza colpo ferire.
Il presidente della Lega di Firenze, Mario Macalli, aveva preannunciato innovative iniziative di marketing per dare visibilità alla C1. Dicono che il buon giorno si vede dal mattino. Allora c’è davvero ben poco da stare allegri.
Se infatti la decisione di anticipare una partita per ogni turno di campionato alle 12,10 e di trasmetterla in diretta su Rai Sport Sat è stata presa con l’obiettivo di mettere nel centro del mirino il campionato di terza serie, va detto con grande chiarezza che il bersaglio è stato mancato in pieno.
Il fatto è che un prodotto si esalta enfatizzandone le sue peculiarità. Non certo assimilandolo ad altri il cui declino è di tutta evidenza. Per questa ragione proporre un indigesto spezzatino della C1 e per sovrappiù in un orario veramente assurdo come quello unilateralmente deciso, rappresenta una scelta sbagliata.
Prima di prenderla, andava considerato che questa soluzione non ha funzionato nemmeno in serie A. Cioè in una serie professionistica dotata di ben altro spessore e che può contare su grandi bacini di utenza.
Si è voluto reiterare un errore tattico, in un contesto tanto più asfittico in termini numerici, che mette a nudo l'evidente assenza di strategie di un organo federale troppo obsoleto per guidare il rilancio della terza serie. E che appare, alla luce di queste decisioni, sempre più una missione impossibile.
L’unico punto forte della C1, così mediocremente pilotata dalla Lega di Firenze, era proprio quello di giocare ancora le partite di domenica. E di essere la sola categoria professionistica del calcio italiano rimasta a farlo.
Era da qui che si doveva ripartire. Attaccandosi alla sola ancora di salvezza per chi ancora crede che il calcio possa tirarsi fuori dal tunnel in cui è stato infilato dai suoi discutibili dirigenti in anni di deriva continua. In termini di perdita di pubblico e di calo di consensi.
La strada maestra sarebbe stata quella di scegliere, eventualmente, un’altra partita tra quelle in programma. Per trasmetterla come anticipo in diretta tv, di sabato o meglio di venerdì. Il che avviene da tempo, e con un certo successo, per il posticipo del lunedì.
Niente di tutto questo. Secondo la regola dell’emulazione in negativo e dell’omologazione verso il basso, si sono fatte prevalere altre priorità di cui non condividiamo affatto il senso nè la logica. Un dato che sembra purtoppo caratterizzare questi tempi opachi in un'Italia che non sa più volare, nemmeno nel calcio. Ciò che ha portato, more solito, alla scelta di scimmiottare una serie A che da tempo si è infilata nel tunnel.
Il bello è che questo modo dirigistico di guidare la Lega di Firenze viene tollerato da tutti. Gli addetti ai lavori lo registrano in modo notarile, limitandosi a darne comunicazione senza una riga di critica. I club iscritti, grandi o piccoli che siano, lo incassano come pugili suonati. Non è questa la strada per crescere e per arrivare a una riforma ormai ineludibile.
Sergio Mutolo calciopress.net
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