| Il ricordo di Gabriele Sandri, il terzo anniversario della morte del giovane tifoso: tra commozione, targa della discordia e scritte sui muri
Ormai l' 11 Novembre non è più un giorno qualunque del calendario. Da 3 anni a questa parte l'11 Novembre è il giorno del ricordo, legato ad una delle giornate più nere della recente storia di cronaca italiana. Oggi ricorre il terzo anniversario della morte di Gabriele Sandri, ragazzo romano di 26 anni diventato suo malgrado simbolo degli anni neri dei contrasti Stato-Ultras.
Dopo i 1095 giorni trascorsi dal tragico assassinio del loro ragazzo, la famiglia Sandri ancora non è riuscita a trovare una sua pace interiore ed a riscoprire armonia con quel mondo che gli strappò <<gabbo>> , quella stessa società dal quale si sentono offesi ed in nessun modo compresi e risarciti, nemmeno nel giorno della memoria.
Era l'11 Novembre del 2007, dodicesima giornata del campionato di Serie A, Gabriele Sandri era in viaggio verso Milano per assistere alla partita Inter-Lazio assieme al gruppo degli ultras laziali di cui faceva parte. Nei pressi dello svincolo autostradale di Arezzo, la comitiva decise di fare una sosta alla stazione autogrill di Badia al Pino incrociando poi sul posto un gruppo di tifosi della Juventus. Fu l'irreparabile: il gruppo di laziali fece scattare l'assalto al gruppo rivale proprio mentre sul posto giungeva un auto della Polstrada con a bordo l'ormai tristemente famoso agente Luigi Spaccarotella. L'ufficiale sparò diversi colpi di pistola, a suo dire in aria per disperdere i facinorosi e ad altezza d'uomo secondo l'accusa, dei quali uno colpì ed uccise Gabriele Sandri.
Al diffondersi della notizia della morte di un ultras laziale ad opera di un agente della Polizia Stradale, scattò un'irrefrenabile ondata di violenza che fece dell'11 Novembre 2007 il giorno della vergogna italiana: la rabbia degli ultras sfociò in atti di devastazione e scontri con la polizia in quasi tutti i campi di calcio italiani e nelle strade della Capitale.
Luigi Spaccarotella fu condannato in primo grado il 14 Luglio 2009 a 6 anni di reclusione, la sentenza scatenò l'indignazione della famiglia Sandri che tutt'oggi non trova conforto nella giustizia italiana e fino a ieri nemmeno nella richiesta di concessione di un gesto, semplice ma significativo: scoprire una targa ricordo a Badia al Pino nel giorno di questo triste anniversario. Erano state raccolte, infatti, 25.000 firme dal <<comitato Mai Più 11 Novembre>> per chiedere una stele commemorativa per Gabriele Sandri, richiesta clamorosamente negata dalla Società Autostrade per l'Italia. L'azienda aveva motivato il suo rifiuto sostenendo che, agendo in tal senso, si sarebbe finiti con il concedere targhe commemorative alle innumerevoli vittime di tutti gli incidenti stradali.
Questa motivazione ha provocato l'indignazione dell'opinione pubblica e di Giorgio Sandri, padre di Gabriele, che evidenzia quanto sia stato inopportuno paragonare ad un incidente stradale l'omicidio di un ragazzo diventato un simbolo per migliaia di giovani, ragazzo la cui memoria, secondo il parere di Sandri, si sta tentando di cancellare.
L'amministratore delegato della Società Autostrade, Giovanni Castellucci, si è difeso dalla valanga di critiche piovutagli addosso sostenendo che la decisione del rifiuto è stata presa anche per motivi di ordine pubblico ed in riferimento alla legge che vieta la concessione di monumenti commemorativi a persone morte da meno di 10 anni.
Queste discusse motivazioni hanno creato scompiglio anche nel mondo politico: L’onorevole Paola Frassinetti appartenente al Pdl, vicepresidente della Commissione cultura e sport della Camera dei deputati, ha presentato una mozione su questa vicenda per invitare il Governo ad intervenire. Contemporaneamente il vicepresidente del Parlamento Europeo, Roberta Angelilli, dichiara: << Sconcertante aver negato l'affissione della targa in ricordo di Gabriele Sandri, ridicole le motivazioni adottate da Autostrade, vergognosa tutta questa triste vicenda che offende la memoria di Gabriele e oltraggia il dolore della sua famiglia>>.
In prima linea soprattutto le autorità capitoline: il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, la quale nella giornata di ieri si è messa in contatto con Castellucci per chiedere, a nome della regione e della famiglia Sandri, la concessione della targa per un caso completamente differente da un incidente stradale, dichiarandosi ottimista per il buon esito della vicenda.
L’ottimismo della Polverini è stato premiato in tempi brevissimi: nella serata di ieri, infatti, è arrivata la risposta positiva che il presidente della Regione Lazio si augurava, la Società Autostrade ha dato il via libera alla costruzione di un monumento commemorativo “per rispetto alla famiglia Sandri e nella speranza che il ricordo di Gabriele possa rappresentare un monito affinché simili tragedie possano non ripetersi in futuro.>>
La città di Roma intanto si è già unita nel ricordo con qualche ora di anticipo: ieri sera in piazza Bocca della Verità dalle 18 alle 20 si è tenuto un sit-in silenzioso seguito da una fiaccolata per ricordare <<gabbo>> e chiedere giustizia contro la sentenza di primo grado, giudicata troppo leggera, al processo contro Spaccarotella. A Bologna hanno ricordato Sandri a modo loro: sui muri di via Certosa sono apparse delle scritte, riconducibili a dei giovani esponenti di Forza Nuova, contro l’agente della Polstrada.
La decisione di approvare la targa, dunque, è una scelta che rasserena gli animi in una vicenda tutt’altro che chiusa. Mantenere l’ordine pubblico diventa fondamentale per evitare un altro 11 novembre, un giorno da non rivivere.
[Fonte: Il Levante] tratto da sportpeople
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