| L’attesa è finita. L’appuntamento con la storia è arrivato. Emozioni, tensioni e speranze di un’intera città si concentreranno questo pomeriggio in novanta minuti da vivere tutti d’un fiato. Non è una giornata qualsiasi, né una partita “normale”. Lo fanno capire le piccole cose, lo fanno capire i volti tirati dei protagonisti, le ansie dei tifosi. Oggi, il Sorrento gioca il ritorno della finale di Coppa Italia di Lega Pro con la Cremonese. Lo 0-0 dell’andata fuga ogni dubbio e scongiura calcoli matematici: bisogna soltanto vincere, con qualsiasi punteggio. Un compito impegnativo, ma questa volta il Sorrento ha dalla sua parte un pubblico che darà spettacolo, un terreno di gioco che conosce a memoria ed uno stato psico-fisico che finora non aveva mai toccato. Spunta anche un ‘dettaglio’ storico che rimarca l’importanza della finale tricolore. Il 9 giugno 1975 il Campo Italia fu teatro di una beffa indimenticabile. Il Monza di Terraneo e Buriani vinse il torneo tricolore ai rigori (finale unica). Una gara maledetta per quel Sorrento allenato da Bruno Bolchi, che dominò in lungo e largo, colpì due legni, sprecò diverse occasioni e fu costretto ad alzare bandiera bianca. Furono fatali gli errori dal dischetto di Albano e Grieco. Oggi, proprio al Campo Italia, quella ferita, tuttora viva nei ricordi dei tifosi rossoneri, si può finalmente rimarginare. Una partita importante, che forse arriva nel momento migliore dell’intera stagione del Sorrento. Le battistrada del girone, Gallipoli e Crotone, sono cadute con pieno merito e in rapida successione sotto i colpi di una squadra apparsa rigenerata, che finalmente affronta l’avversario senza fronzoli. “Se con la Cremonese riusciamo a scendere in campo con la mentalità delle ultime partite – ha detto l’allenatore rossonero, Gianni Simonelli – possiamo centrare l’obiettivo di vincere la Coppa Italia e, quindi, di poter regalare una grossa soddisfazione a tutte le componenti dell’ambiente. Adesso, sento la squadra più mia. Si gioca con la cattiveria necessaria, con la consapevolezza della propria forza, con quello spirito emotivo che richiedo in ogni singola partita. Non mi stanco mai di dirlo: così, il Sorrento può battere qualsiasi avversario. Ed io sono fiducioso”. Per strani scherzi del destino, Simonelli è alla seconda finale consecutiva di Coppa Italia. La scorsa stagione, sulla panchina del Benevento (con Agnelli in campo), perse il doppio confronto con il Bassano (5-0 in trasferta ed 1-1 in casa). Oggi ha voglia di scacciare via i fantasmi del passato. La carica dell’allenatore è quella dei tifosi, che oggi promettono coreografia da brividi, tanto calore e sostegno passionale. Ci saranno anche una cinquantina di sostenitori della Cremonese. La storia attende il Sorrento ed anche il suo copresidente Antonino Castellano. Dopo la Coppa Italia d’Eccellenza, quella di D e la Supercoppa di C, può arrivare il trofeo tricolore in versione professionistica. Un autentico record. Simonelli manderà in campo il miglior Sorrento possibile. Sono diciotto i convocati: Fialdini è squalificato, indisponibili Myrtaj, Agnelli, Iorio e La Vista. Fiducia, quindi, alla formazione che domenica ha battuto la capolista Crotone guidata da Checco Moriero e che al Campo Italia ha perso il primato ai danni del Gallipoli.
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