Italia-Serbia sospesa Prandelli, roba mai vista, Scarcerato ed espulso Ivan Bogdanov

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-PPN-
view post Posted on 12/10/2010, 21:23     +1   -1




VERGOGNA

GENOVA - "La partita è stata chiusa definitivamente dall'arbitro (lo scozzese Craig Thomson, ndr), dopo il secondo lancio di fumogeni perchè ha detto che non riteneva più garantita la sicurezza dei giocatori in campo". Lo ha spiegato Antonello Valentini, direttore generale della Federcalcio, ai microfoni Rai. "Ora la palla passa al delegato Uefa che dovrà fare il suo rapporto" ha aggiunto.Italia-Serbia è stata sospesa dopo sei minuti di gioco per un nuovo lancio di fumogeni in campo da parte degli ultrà ospiti.
Il nuovo lancio di fumogeni è stato prima in campo, verso la porta della squadra serba rischiando di colpire il numero 1 Zeljko Brkic, sfiorato alla gamba dal fuoco, poi di nuovo verso la gradinata nord. L'arbitro ha sospeso la gara, ha chiamato a sé il delegato Uefa, i responsabili delle due federazioni e i capitani. Dai gesti, lo scozzese Craig Thomson sembra intenzionato a far riprendere il gioco, dando un'ultima chanche alla partita di svolgersi.
I circa 1.600 ultras della Serbia, confinati nel settore ospiti, in una vera e propria 'gabbia' da dove, a dieci minuti dal fischio dall'inizio della partita, valida per la qualificazione a Euro 2012, è cominciato un lancio di fumogeni prima verso l'adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell'Italia. Il lancio è proseguito verso il campo, nonostante l'intervento dei vigili del fuoco, ed é stato accompagnato anche dall'esplosione di una bomba carta. Al momento la polizia, in assetto antisommossa, è schierata a bordo campo al di là della recinzione che circonda i tifosi stranieri, e un'idrante è stato aperto verso di loro. Gli agenti della Digos stanno convincendo una decina di ultras, che hanno sollevato la rete della 'gabbia' e sono appollaiati sulla recinzione, a scendere e tornare seduti. Dalla gradinata nord sono partiti cori "zingari, zingari di m.".

DIVERSI FERMI TRA TIFOSI SERBI - Le forze dell'ordine hanno eseguito diversi fermi di tifosi della Serbia mentre entravano allo stadio. Almeno tre supporter, visibilmente ubriachi, sono stati fermati subito oltre i cancelli e messi sotto sorveglianza. Un'ora prima della gara, i carabinieri hanno fermato un serbo per violenza e resistenza. In via Venti Settembre, nel cuore della città, ha lanciato tondini di ferro contro i militari di un battaglione schierato per mantenere l'ordine pubblico. Quando é stato avvicinato dai militari ha cercato di aggredirli e colpirli.

ASSALTO E MINACCE ULTRAS ,STOIKOIVC NON GIOCA - Non c'é il portiere titolare Vladimir Stoikovic, nella formazione della Serbia che deve affrontare l'Italia questa sera a Genova per le qualificazioni a Euro 2012: è stato lo stesso giocatore a chiedere di non scendere in campo, dopo che alcuni ultras serbi al seguito della squadra lo avevano minacciato incrociandolo fuori dall'albergo e avevano tentato l'assalto al pullman della squadra.

INCIDENTI ALL'ESTERNO DELLO STADIO— Alla sospensione della gara i tifosi serbi posizionati nel settore 6 hanno abbandonato per la maggior parte il loro posto e sono usciti nella zona di filtraggio. Fuori dallo stadio ad attenderli c'erano un centinaio di tifosi italiani. Inevitabile il lancio da entrambe le parti di bottiglie e fumogeni. Alcuni tifosi serbi inoltre hanno scavalcato i tornelli cercando lo scontro fisico. Le forze dell'ordine in tenuta antisommossa hanno formato un cordone divisorio utilizzando anche i mezzi blindati.



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ansa

Edited by -PPN- - 12/10/2010, 23:32
 
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-STAFF-
view post Posted on 12/10/2010, 23:08     +1   -1




ma come si puo' arrivare a tutto cio' in Italia?
la Domenica tanta "prevenzione" ed ad una gara del genere i Serbi sembravano i padroni dello stadio! assurdo!
 
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-PPN-
view post Posted on 13/10/2010, 08:16     +1   -1




Genova, violenza serba. 17 arresti, c'e' anche capo ultras

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E' stata evitata un'altra Heysel, perché gli ultras che hanno messo a ferro e fuoco la zona di Marassi fino alle due di notte erano dei veri e propri criminali: è questa la considerazione che trapela tra i responsabili dell'ordine pubblico, al termine della notte di furia e violenza degli ultras serbi nel capoluogo ligure. Il bilancio finale parla di 16 feriti, di cui due carabinieri, e 17 arrestati. Tra loro c'é anche l'uomo tatuato che, tronchesi alla mano, ha tagliato la rete della gabbia all' interno della quale, dentro lo stadio, erano stati confinati i circa 2.000 hooligan di Belgrado. Lo hanno trovato le forze dell'ordine dopo le perquisizioni andate avanti tutta la notte: era nascosto nel vano motore di uno dei pullman che avrebbero dovuto riportare a casa gli ultras. E' stato identificato attraverso una data che è tatuata sull'avambraccio dell'uomo. Gli scontri, preceduti dalle devastazioni prepartita nel centro di Genova, erano proseguiti dentro lo stadio con il lancio di petardi e il tentativo di sfondamento della barriera antiproiettile che divideva gli ultras dal resto del pubblico genovese. E poi erano deflagrati all' uscita dello stadio, quando tutto il pubblico era tornato a casa e anche Italia e Serbia erano rientrate nei rispettivi alberghi.

La guerriglia è durata fin oltre le due di notte. In mattinata, il bilancio della Questura di Genova parla di 17 arresti e 16 feriti, di cui 2 carabinieri e gli altri tutti serbi. Sono 35 gli hooligan denunciati, 138 quelli identificati. Dei 16 feriti che hanno fatto ricorso alle cure mediche negli ospedali genovesi, uno è ricoverato a scopo precauzionale. La polizia autostradale nella notte ha predisposto un piano di evacuazione dei pullman dei tifosi serbi, e il deflusso si è completato regolarmente. Gli incidenti della notte erano scoppiati quando il gruppo di ultras, controllati a vista da polizia, carabinieri e guardia di finanza in assetto antisommossa, aveva tentato di forzare il cancello della recinzione dove erano confinati in attesa del deflusso. Un vero e proprio agguato è stato teso dagli hooligan a un reparto della Finanza, e quel punto le forze dell'ordine hanno lanciato fumogeni ed effettuato cariche. Gli ultras hanno di nuovo tentato di fare irruzione dentro lo stadio, verso la tribuna stampa dove erano ancora al lavoro gli inviati di giornali italiani e serbi. Nel frattempo, nel piazzale antistante lo stadio erano accorse alcune decine di ultras di Genoa e Samp, intenzionate a ingaggiare una battaglia con i serbi; sono stati subito rimandati indietro dalle forze dell'ordine. Quando verso le due della notte la tensione è calata, la polizia ha fatto scendere gli hooligan già saliti sui bus per le perquisizioni. Sequestrati bastoni, spranghe, coltelli e uno zainetto con all'interno dei grossi petardi o bombe carta.


Edited by -PPN- - 13/10/2010, 09:58
 
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CASUAL SUNDAY
view post Posted on 13/10/2010, 09:03     +1   -1




Follia allo stadio, il mistero della black list.

Gravissimi incidenti sino a notte fonda intorno al Ferraris dopo quelli del pomeriggio in città. I 600 ultrà serbi capeggiati dalla frangia di quelli della Stella Rossa particolarmente violenti contro la nazionale per la sconfitta contro l’Estonia per 1-3 e per vicende legate alla politica serba. Il tifoso arrestato Operati alcuni fermi tra cui uno dei capi del gruppo, contusi tra le forze dell’ordine, Il grosso della tifoseria serba (2000 persone) non aveva creato problemi, ma la parte ultrà si è scatenata sin dal pomeriggio in centro città. Poi gli incidenti che hanno portato alla sospensione definitiva della partita Italia Serbia e agli incidenti notturni con gli ultrà che hanno provocato scontri con la polizia, danneggiato gli interni dello stadio e i bus Amt portati al Ferraris per traslocare gli ultrà. Oprati alcuni fermi.

Cariche della polizia, servizio sanitario dell’ANPAS sotto pressione tutta la notte. Italia Serbia è diventato un caso internazionale rimbalzando su tutti i media europei on line e in edicola, con un duro attacco della stampa serba contro gli ultrà. Ultrà il cui composito gruppo è formato da tre componenti Voivofina, Stella Rossa e Grobari del Partizan, tra di loro avversi, ma che quando seguono la nazionale si scatenato in violenze di ogni tipo. Aggredito sul pullman della nazionale e salvato dai compagni il portiere Stojkovic considerato il responsabile della sconfitta serba contro l’Estonia. Dura polemica sull’ordine pubblico. Il ministero degli interni col responsabile dell’osservatorio Masucci accusa la polizia serba di non avere collaborato e non avere fornito elementi utili per la prevenzione, critica respinta dai serbi. Ma c’era una black list di 400 violenti serbi: chi l’ha vista? Tra l’altro i rinforzi sono arrivati solo a incidenti iniziati e partita sospesa.

GLI ULTRA’ BEN NOTI A PLATINI

Ieri sera allo stadio di Marassi di Genova la partita della Nazionale italiana contro quella serba è stata sospesa dopo appena sei minuti a causa delle violente intemperanze di un gruppo di ultrà serbi. Il gioco era già cominciato in ritardo di mezz’ora per lanci di bengala dal settore riservato agli ospiti, ma dopo poco, di fronte all’ennesimo lancio l’arbitro scozzese Thomson ha chiuso il gioco. È stato il culmine di una serie di violenze che circa duecento serbi (sui 2 mila arrivati a Genova) avevano messo in atto già ore prima: assalto al pullman della loro squadra e al portiere Stojkovic, scontri con i carabinieri in centro, poi lanci di oggetti verso il campo e le gradinate degli italiani. Nel settore sono comparsi anche dei coltelli. Feriti leggermente tre serbi. Tensione fino a notte.

E il suo sporco lavoro l'ha fatto per bene, trovando sul suo cammino persone civili, coppie, famiglie, bambini con la bandiera dell'Italia.

Giù in basso, nella parte inferiore dell'area riservata ai tifosi della Serbia, alcuni uomini incappucciati, vestiti di scuro, hanno iniziato la loro opera di provocazione e di terrore. Tutto è partito con il lancio di un fumogeno verso la Gradinata Nord, attraverso uno squarcio nella rete di protezione, fatto comodamente, con un coltello, per alcuni minuti senza che nessuno intervenisse. La situazione è degenerata in un attimo. Ancora fumogeni verso la Nord e in campo, mentre tre o quattro capibranco continuavano la loro opera di distruzione delle reti. Da quel momento in poi, una serie di immagini rapidi e abbaglianti come flash. Gli steward che non sanno che fare, i fotografi in campo che iniziano a indietreggiare, un idrante che viene attivato nella Nord.

La gabbia dove si trovano i serbi è praticamente divisa in due gironi. Quello infernale sta nel basso. Sopra c'è il limbo. I flash. La polizia che inizia ad avvicinarsi, i tifosi serbi che si esaltano, ridono, scattano fotografie. Sono tifosi del Partizan, dice un uomo che parla italiano con accento slavo. Ci sono anche quelli della Stella Rossa, gli risponde un altro. Brucia una bandiera albanese: «Hai visto? Hanno bruciata la bandiera di quei bastardi albanesi. Ci stanno sul cazzo come i kosovari». Ancora flash: in tribuna piovono i primi petardi e accendini. Una ragazzina di una decina d'anni si tiene le orecchie e piange, abbracciata dalla mamma. Passano i minuti, la partita non inizia. La tensione sale. Ma la paura, quella che ti prende la testa, arriva alle 21.05. Quando le forze dell'ordine in assetto antisommossa si avvicinano alla gabbia e su nella parte superiore della gabbia un gruppetto di serbi con una spranga di ferro ha iniziato a frantumare il vetro divisorio. La paura è diventata panico. La gente ha cominciato a scappare dallo stadio, giù per le scale: bambini che piangevano, genitori che chiamavano bambini, una signora che cade e viene travolta da chi segue. Una situazione incontrollabile. Il settore si svuota in un attimo, mentre i serbi di là, dall'altra parte ridevano, facevano gestacci, urlavano, mostravano bandiere.

Per cinque minuti la tribuna superiore è stata terra di nessuno. I serbi non sono riusciti a infrangere il vetro divisorio, sono cominciati ad arrivare i primi poliziotti. Mentre tante persone uscivano dallo stadio e altre erano ancora in coda alle biglietterie, tre serbi in tribuna superiore si abbracciavano, fumavano, soddisfatti. Perché il terrore aveva vinto ancora un volta.

Caro signor Michel Platini presidente dell'Uefa, come avrà saputo ieri sera Genova un gruppo di bipedi di nazionalità serba ha deciso il risultato di una partita di qualificazione all'Europeo del 2012. Un gruppo di centocinquanta, duecento ultras nazionalisti, probabilmente gli stessi che nei giorni scorsi hanno attaccato il gay pride. Un gruppo, perché come sempre, vanno fatte le doverose distinzioni. In tribuna c'erano anche i serbi con dignità e onore. Qualcuno ha disapprovato quanto stava succedendo. Le ricordiamo, signor Platini, che i tifosi serbi dieci anni fa si sono scontrati in mezzo al campo durante un derby Stella Rossa-Partizan. Ancora? Le ricordiamo che i tifosi serbi tre anni fa hanno smontato lo stadio di Spalato. Le ricordiamo che i tifosi serbi poco più di un anno fa hanno massacrato a Belgrado, tanti contro uno, Brice Taton, tifoso del Tolosa di 28 anni. Morto in ospedale senza mai riprendere conoscenza. Ancora? I suoi problemi, i suoi grandi e veri problemi, signor Platini, può trovarli concentrati nella gabbia Nord dello stadio Luigi Ferraris. Martedì 12 ottobre 2012, dalle 20.30 in poi. E non deve tenere la testa alta, guardare la gente negli occhi. Deve guardare laggiù, verso il basso. Verso l'inferno.

[Fonte: Il Secolo XIX]


PLATINI...UEFA...IL CALCIO MODERNO!
VERGOGNA!
 
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-PPN-
view post Posted on 13/10/2010, 09:31     +1   -1




Ma dove arriveremo alla guerra???

Mi credete sono stanco della violenza negli stadio....io voglio vedere il "pallone" voglio vedere settori pieni di colori e passioni, voglio vedere sano sfottò, voglio vedere fumogeni in mano e bandiere al cielo, voglio vedere sorrisi e gioia nei volti di tutti. Basta con questo schifo...non se ne può + .

 
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CASUAL SUNDAY
view post Posted on 13/10/2010, 09:40     +1   -1




Bisognarà rivedere molte cose in italia in materia di sicurezza ed ordine pubblico circa il calcio, altrimenti sarà una grossa sconfitta non solo per gli ultras in generale, ma per l' Italia intera! Ma in fondo è solo la conseguenza di tante cose che purtroppo in Italia non funzionano!!!!
 
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-PPN-
view post Posted on 13/10/2010, 13:27     +1   -1




Video di un tifoso presente allo stadio ieri sera:

http://tv.repubblica.it/copertina/genova-g...una/54663?video
 
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drGA!on
view post Posted on 13/10/2010, 14:33     +1   -1




Disgusta sentire parlare di tifosi,ultras o peggio ancora capo ultras. Questi sono SOLO nazionalisti serbi che hanno approfittato della partita in diretta in tutto il mondo per rivendicare la questione KOSOVO.
 
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CASUAL SUNDAY
view post Posted on 13/10/2010, 15:10     +1   -1




se quello è un ultras... ah bene allora hanno capito POCO davvero tutti!
FUORI LA POLITICA DAGLI STADI ITALIANI E NON!

 
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-STAFF-
view post Posted on 13/10/2010, 15:17     +1   -1




Genova, 138 serbi ancora in questura

La giustizia italiana si è messa in moto dopo gli atti di teppismo in margine alla partita Italia Serbia. 138 serbi sono stati identificati e si trovano ancora in questura a Genova per il vaglio delle rispettive posizioni.

Alcuni dei facinorosi arrestati si trovavano sul bus dove, nel vano motore, si era nascosto Ivan Bogdanov, il capo ultras arrestato. Con lui sono stati fermati altri 17 serbi e 35 sono già stati denunciati e rilasciati. Bogdanov è stato successivamente trasferito nel carcere genovese di Marassi. Gli inquirenti hanno confermato anche il numero dei feriti: sono 14 serbi e due carabinieri, tutti ancora ricoverati nei tre principali nosocomi della città.
La nazionale serba rientrata in patria

La nazionale di calcio della Serbia ha fatto ritorno nella notte a Belgrado da Genova, dove ieri sera le violenze e le intemperanze di gruppi di hooligan serbi hanno causato la sospensione della partita Italia-Serbia, valida per le qualificazioni del Gruppo C agli Europei del 2012. I calciatori hanno espresso grande rammarico per quanto^accaduto allo stadio Luigi Ferraris, ma si sono astenuti dal fare ulteriori commenti sul comportamento dei presunti tifosi serbi.
Un piano prestabilito?

''Non erano venuti soli a Genova'', ha osservato da parte sua il presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic, confermando in sostanza quanto da lui detto ieri sera a Genova subito dopo la sospensione della partita: per Karadzic infatti
si sarebbe trattato di un piano preordinato della tifoseria ultras per creare incidenti e far saltare l'incontro.
Le scuse di Belgrado

''Questo non è quello che vuole né il popolo né il governo serbo e mille hooligan non
rappresentano 10 milioni di persone''. Cosi' il vicepremier serbo con delega per l'integrazione europea, Bozidar Djelic, ha commentato gli episodi di ieri a Genova che hanno portato alla sospensione della partita Italia-Serbia. Djelic - parlando con i cronisti a Belgrado - ha spiegato che la Serbia sta conducendo una ''forte azione per sradicare il fenomeno degli ultrà''. E, esprimendo le ''scuse'' all'Italia,
il vicepremier ha sottolineato che ''non lasceremo che questi teppisti rovinino le relazioni con l'Italia''.

[Fonte: RSI.ch]
 
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CASUAL SUNDAY
view post Posted on 13/10/2010, 18:19     +1   -1




L´Uefa attacca: "Responsabilità anche della Figc


´Oltre alla responsabilita´ di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della Federazione ospitante´. Lo ha detto all´ANSA Rob Faulkner, portavoce Uefa, commentando gli incidenti di ieri allo Stadio Luigi Ferraris di Genova. ´La Federazione che organizza la partita - ha spiegato - deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell´incontro´.
L´ Uefa ha chiesto alla Federcalcio l´acquisizione di immagini video della serata del Ferraris, da aggiungere ai referti. Tutta la documentazione sara´ integrata da ulteriore materiale di indagine. L´Italia e´ pronta a rispondere ad eventuali quesiti dell´Uefa sulla dinamica degli incidenti, sulle misure di sicurezza e, nel caso, sulla linea seguita dalla Federcalcio in caso di trasferta di tifosi italiani all´estero.
´C´e´ una responsabilita´ oggettiva´. Cosi´ la Figc commenta l´eventualita´ di una sanzione all´Italia per i fatti di Genova. ´L´istituto della responsabilita´ oggettiva e´ uno dei capisaldi della giustizia sportiva internazionale - dice in particolare il direttore generale della Federcalcio Antonello Valentini -. La dichiarazione del portavoce dell´Uefa su eventuali rischi di sanzione anche per l´Italia e´ dunque di una banalita´ assoluta´.


ansa.it
 
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Espressione92
view post Posted on 14/10/2010, 14:55     +1   -1





Scontro Italia-Serbia: due informative inchiodano Belgrado


Dopo la guerriglia, lo scontro ora è tra la polizia italiana e quella serba. Repubblica.it ha pubblicato il contenuto di due informative della polizia di Belgrado al nostro Dipartimento di Pubblica Sicurezza, per quanto riguarda gli spostamenti della nazionale serba e dei tifosi al seguito. Il primo telex risale all’11 ottobre, vale a dire 36 ore prima della partita di Marassi: "La Nazionale - si legge - arriverà con volo charter (...) e alloggerà all´hotel Savoia. Una parte della squadra farà rientro a Belgrado subito dopo l´incontro, mentre alcuni giocatori si fermeranno per la notte. L´ufficiale di collegamento al seguito della delegazione è il signor (...) con numero di cellulare (...). Dalle informazioni in nostro possesso, è previsto che la squadra venga seguita da circa 100 tifosi. 80 partiranno da Belgrado con due diversi pullman con direttrice Ungheria-Croazia-Slovenia, altri 17 a bordo di un pulmino con targa (...)".
Quindi pare tutto tranquillo, nessuna preoccupazione particolare. Ma la mattina del 12 ottobre arriva una seconda comunicazione: "Si comunica - si legge - che i biglietti nominativi venduti in Serbia sono circa 1300 e in base a informazioni in nostro possesso sappiamo che pullman e auto private sono partite alla volta dell´Italia nella notte dell´11. Non se ne conosce l´orario di arrivo". Arrivano poi informative dall’Ungheria, secondo cui c’è un grosso flusso di tifosi in arrivo in Italia. Ma è troppo tardi per bloccare i tifosi e farli filtrare diversamente. Poi accade quel che tutti abbiamo visto.
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resport.it



Italia-Serbia: l´Uefa deciderà le sanzioni il 28 ottobre

La commissione disciplinare dell´Uefa prendera´ una decisione e relative sanzioni sulla gara interrotta Italia - Serbia di ieri a Genova nel corso della sua riunione del 28 ottobre, a Nyon. Lo ha annunciato la stessa Uefa oggi a Nyon. Anche se, ovviamente, l´Uefa non fornisce alcuna indicazione in merito ad eventuali sanzioni, la Serbia rischia molto: sconfitta a tavolino quasi certa ma si puo´ andare fino all´esclusione dall´Euro. Il presidente dell´Uefa Michel Platini ha infatti ribadito che la Confederazione europea adotta la tolleranza zero per i casi di violenza. L´Italia, in quanto organizzatrice della gara, regolamento alla mano, potrebbe pure essere sanzionata. Difficile pero´ che l´ipotetica sanzione superi una multa, o al massimo, una gara a porte chiuse. ´´Ogni caso e´ unico´´, ha assicurato Robert Faulkner, direttore della comunicazione dell´Uefa. Un´ inchiesta e´ stata subito aperta e verra´ seguita la procedura standard. ´´In primis attendiamo i rapporti di arbitro e delegato Uefa. Quindi, sentiremo i responsabili della sicurezza con i quali abbiamo avuto la tradizionale riunione prepartita´´, ha spiegato Faulkner. I documenti saranno trasmessi alla disciplinare che potra´ chiedere informazioni complementari alle due federazioni e, certamente, guardera´ anche i filmati televisivi. ´´La nostra commissione disciplinare e´ indipendente´´, ha ricordato Faulkner. Pur senza intromettersi nelle decisioni giudiziarie, il presidente dell´Uefa Michel Platini e´ intervenuto con parole forti. ´´Di ritorno dall´Olanda - ha detto - ho visto le immagini della partita Italia-Serbia di ieri e ne sono rimasto choccato. Ho troppi brutti ricordi di violenza nel calcio´´. E´ vero che il francese ha vissuto in prima persona la tragedia dell´Heysel... ´´Ora aspetto i risultati dell´inchiesta e le decisioni degli organi disciplinari, e ricordo a tutti che l´Uefa ha una politica di tolleranza zero contro la violenza negli stadi´´. Il presidente dell´Uefa ha quindi concluso: ´´La collaborazione delle autorita´ e´ la chiave per combattere questa piaga e la chiedero´ ai piu´ alti livelli ai paesi che ne sono interessati´´. Il pronostico sulla decisione della disciplinare e´ abbastanza arduo, in quanto vi e´ un solo precedente di gare Uefa interrotte a livello di nazionali per intemperanze dei tifosi. Si tratta di Danimarca-Svezia, gara di qualificazione all´Europeo 2008, disputata il 2 giugno 2007. All´89´ minuto della partita, un esagitato, tifoso della Danimarca, penetro´ in campo e diede un pugno allo stomaco all´arbitro Herbert Fandel. La Danimarca venne punita con una sconfitta 3-0 a tavolino e costretta a disputare due gare a porte chiuse. La Serbia, responsabile per l´atteggiamento dei propri tifosi, rischia forse ancora di piu´, in quanto i fatti di violenza non sono l´opera di un solo energumeno, ma di un gruppo nutrito. Tuttavia, non e´ stato colpito alcun giocatore ne´ l´arbitro. Molto dipendera´ dalla valutazione che effettuera´ la disciplinare della gravita´ dei fatti. Anche l´Italia, seppur piu´ lievemente, potrebbe essere sanzionata. L´articolo 4 del regolamento disciplinare Uefa recita infatti: ´´l´associazione ospitante e´ responsabile dell´ordine e della sicurezza, prima, durante e dopo la gara. L´associazione ospitante puo´ essere chiamata a rispondere per incidenti di ogni tipo e potrebbe essere oggetto di misure disciplinari.´´ Il regolamento utilizza il condizionale per quanto riguarda le sanzioni, proprio per fornire alla commissione disciplinare un ampio margine di valutazione in merito.
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ansa.it
 
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-PPN-
view post Posted on 29/10/2010, 16:00     +1   -1




Uefa: Italia-Serbia, 3-0 a tavolino

Tutto come previsto. La Disciplinare Uefa ha deciso su Italia-Serbia del 12 ottobre scorso a Genova valida per la qualificazioni a Euro 2012, sospesa dopo 7' per le intemperanze dei tifosi serbi. 3-0 a tavolino a favore dgli azzurri, 2 partite a porte chiuse per la Serbia di cui una con la condizionale. C'è anche una gara da disputare a porte chiuse per l'Italia ma con la sospensione condizionale della pena. Il ritorno si giocherà a porte aperte.

La Disciplinare ha anche inflitto alla Federcalcio serba 120mila euro di multa e il divieto di acquisto di biglietti per i suoi tifosi per le trasferte all'estero. Multa anche all'Italia di 100mila euro. La sospensione condizionale della pena di giocare una partita a porte chiuse vale sia per la Serbia sia per l'Italia due anni: diventerà cioè effettiva se nell'arco di questo periodo si ripeteranno episodi di violenza. Ora l'Italia ha tre giorni di tempo per valutare se ricorrere contro la decisione e ulteriori sei per presentare le controdeduzioni.

FIGC, DG VALENTINI: "NESSUNA PREOCCUPAZIONE PER PORTE APERTE IN SERBIA"
"La Uefa ha apprezzato l'ottimo lavoro della nostra delegazione, che è riuscita a dimostrare che la federazione italiana ha fatto il massimo nelle circostanze drammatiche della serata", ha detto il direttore generale della Federcalcio Antonello Valentini dopo la sentenza della Disciplinare - Non ci preoccupa per niente che Serbia-Italia si giochi a porte aperte: come abbiamo sottolineato nella relazione finale vogliamo mantenere ottimi rapporti con la squadra, i dirigenti e i veri tifosi serbi".

SERBIA VALUTA RICORSO: "NON SIAMO SODDISFATTI"
"Non siamo soddisfatti del verdetto Uefa, soprattutto per ciò che riguarda la sconfitta per 3a 0 inflittaci". Questo il commento del presidente della Federcalcio Tomislav Karadzic, citato dall'emittente B92. "Il resto della sentenza ce lo aspettavamo", ha aggiunto con riferimento ai due turni a porte chiuse ordinati per la Serbia, di cui uno con la sospensione condizionale, e alla multa di 120 mila euro.


tgcom
 
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-PPN-
view post Posted on 8/3/2011, 14:23     +1   -1




Scontri Italia-Serbia Condannato "Ivan il terribile"

"Ivan il terribile", l'hanno subito chiamato così quell'omone con felpa e cappuccio nero che, a cavalcioni della vetrata dello stadio che separa la "gabbia" riservata agli ospiti serbi, inneggiava alla violenza durante Italia-Serbia, sospesa lo scorso 12 ottobre al Ferraris. Il giudice oggi l'ha condannato: tre anni e 3 mesi di carcere per gli scontri e i disordini scoppiati in campo.
Confermate le pene come richieste dal pm anche agli altri tre ultrà serbi arrestati 5 mesi fa: tre anni per Nicola Klicovic, 2 anni e 8 mesi per Daniel Janjic e 2 anni e 6 mesi per Srdan Jovetic.

L'udienza, che si è svolta davanti al giudice per le udienze preliminari, era a porte chiuse. I reati contestati, a vario titolo, erano resistenza aggravata a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. "Non fossero stati serbi, sarebbero già usciti", è il commento di Riccardo Di Rella, legale degli ultrà: "Sono in carcere da quel giorno, da più di cinque mesi, e mostrano un comportamento ineccepibile. Diciamoci la verità: abbiamo visto fatti peggiori, ma tutti sono stati scarcerati poco tempo dopo".
"Comportamento ineccepibile" in carcere, dice il suo avvocato. Ma quel 12 ottobre, "Ivan il terribile" inneggiava alla violenza, scaldava i suoi seguaci, alzava in alto le braccia, si girava, quasi che lo stadio fosse solo un utile proscenio per uno spettacolo di violenza, con lui protagonista e buona parte degli altri ultras serbi, 1.600 in tutto, arrivati a Genova, per la partita della loro nazionale contro l'Italia, come spettatori o co-protagonisti.

E così la violenza di Ivan il Terribile si è realizzata, senza che nessuno potesse fermarla. Non la polizia, in assetto anti sommossa, ma attenta a bloccare gli ultras in quella parte dello stadio per impedire violenze ulteriori, né tanto meno gli altri tifosi che potevano solo cercare di isolarlo.

Ivan è l'uomo che, durante quei i sei minuti, prima della decisione dell'artbitro scozzese Thomson di interrompere la partita, scatena paura che diventa terrore e fa capire che la gara non si farà. Invano i giocatori serbi si avvicinano alla gabbia, con le dita della mano alzate con le dita a formare il "tre", simbolo della Grande Serbia, la serbia nazionalista che agli ultras come Ivan piace molto.

Non serve a niente, se non a acuire ancora di più il senso di vittoria che Ivan e gli altri dimostrano. Così è ancora lui, Ivan Bogdanovic, sempre a cavalcioni della paratia in vetro, che con un tronchese in mano, taglia uno a uno le maglie di quella leggera protazione, e poi agita in alto il braccio con i fumogeni colorati che lancia in campo, incoraggiato, applaudito, esaltato, dagli altri.

Alla fine, mentre quella che doveva essere una bella sfida di calcio Italia- Serbia non si è potuta giocare, mentre Genova, intorno allo stadio, assiste a una guerriglia, ecco, alla fine Ivan si arrende. In questura senza la maglia nera con il teschio dipinto sopra e senza la felpa, resta un omone rapato e pieno di tatuaggi, che prova a minimizzare "chiedo scusa agli italiani", dice.


repubblica.it
 
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VecchiaEffige
view post Posted on 9/3/2011, 17:50     +1   -1




Pugno duro per Ivan, l’ultrà serbo Ora trattate così anche i black bloc

Ivan Bogdanov, colpevole. Tre anni e tre mesi di condanna. Micola Klicovic, colpevole: tre anni. Daniel Janjic, due anni e otto mesi; Srdan Jovetic, due anni e sei mesi. Tutti condannati per i fatti di Genova. Si intende la partita di football tra Italia e Serbia, sera del 12 ottobre scorso, incidenti fuori e dentro lo stadio Luigi Ferraris, proprio di fianco al carcere di Marassi, luogo di ritiro, poco spirituale, di molti sodali del teppista serbo capopopolo: Ivan, quello enorme, quello che il bengala acceso e fumante tenuto in pugno come la statua della libertà, quello con mille tatuaggi lungo le braccia, quello con la maglietta nera con il teschio, quello con il passamontagna a coprirgli la crapa e il volto, quello che distrusse mezza curva, sfidò la polizia, incitò alla rivolta, tranciò con un tronchese la rete di recinzione, tentò la fuga, si nascose nel vano bagagli dell’autobus che lo avrebbe riportato in Patria, come tutti i combattenti vigliacchi, prima tigri affamate e poi topi miserabili.

Mezz’ora di camera di consiglio, e le richieste del piemme Cristina Camaiori sono state accolte in toto: il gup Annalisa Giacalone non ha dovuto riflettere a lungo, tre anni e tre mesi, con attenuanti generiche. Si potrebbe dire, scherzando, che il gentiluomo serbo potrà tornare in campo per i mondiali del 2014. Si è pentito, come sempre; sua madre lo ha perdonato, stupita perché mai avrebbe immaginato di avere partorito un animale capace di tanto, anzi convinta di avere cresciuto un pupazzo di Disneyland.

Ma la questione è un’altra. La sanzione è giusta, severa, non dico esemplare perché la condanna deve essere figlia del codice e non deve dare esempi. Tuttavia crea, almeno me lo auguro, un buon precedente a livello giuridico. I disordini all’interno e all’esterno di uno stadio di calcio, filmati, teletrasmessi in diretta, spediti agli organi disciplinari della giustizia sportiva europea, portano a sanzioni ben più severe di quelle che hanno colpito altri teppisti che a Genova si erano distinti per assalti, incendi, aggressioni, manifestazioni proibite, cortei non autorizzati, lanci di molotov e oggetti pericolosi, feriti. Insomma, il repertorio che macchia le piazze nei vari raduni, tra un no global e un black bloc. Costoro, nelle loro truppe, hanno più di un Ivan il terribile, sono organizzati, si preparano, studiano ma, nonostante le immagini filmate, della polizia, dei carabinieri e le riprese delle varie emittenti televisive, alla fine se la cavano tutti, non finiscono in prima pagina, nemmeno al gabbio, eventualmente escono ancor prima di entrare, non vengono considerati hooligans, passano dalla cronaca alla storia, trovano fiancheggiatori, solidarietà, comprensione, risultano martiri, vittime del sistema repressivo, godono del passaggio televisivo per illustrare il loro pensiero, la loro propaganda.

Ivan Bogdanov e la sua ciurma no, devono andare in galera perché il calcio è sacro, perché il pubblico di uno stadio va rispettato, e loro, i serbi, hanno violato il tempio, hanno impedito lo spettacolo, hanno sfidato il Paese. La Serbia ci ringrazia, chiedendoci anche una consulenza per i sistemi di sicurezza nazionale. Resta da chiarire se la permanenza dei delinquenti del Luigi Ferraris sia a carico nostro. Così si è espresso Roberto Massucci, primo dirigente responsabile al ministero dell’Interno dell’ordine pubblico nelle manifestazioni sportive: «Se non interverranno fatti nuovi, tutti e quattro resteranno in carcere per scontare la pena. Dopodichè saranno espulsi dall’Italia». Tranquilli, prima o poi ci sarà una manifestazione politica di piazza e Ivan conosce bene l’articolo: Genova, per lui che viene da Belgrado, è un’idea come un’altra. In quel caso non avrà problemi, soltanto il calcio è una cosa seria.



[Fonte: Il Giornale]
 
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16 replies since 12/10/2010, 21:23   519 views
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